Ho sempre pensato alle parole come degli accordi musicali.
Se sapientemente affiancate l’una all’altra, possono risuonare melodicamente o assordare in modo cacofonico.Nella mia vita purtroppo le parole mi hanno poi spesso tradito: “Cristina fidati, a te ci penso io” “Lascia fare a me” o ancora: “Stai tranquilla, andrà tutto bene”.
Solamente negli ultimi anni ho capito quanto una frase, sapientemente articolata ed intonata, possa essere subdola e manipolatrice e di conseguenza ho scelto di porre una particolare attenzione al mio modo di comunicare ed esprimermi.Mi piace scegliere le terminologie adatte, così come dare un senso profondo alle parole scelte, quasi solenne, racchiudendole talora in un contesto registrato o addirittura in un manoscritto.Le parole sono davvero importanti e possono fare una grande differenza per coloro che le odono o leggono. Esse hanno il potere di accendere speranze o di toglierle per sempre; possono nobilitare o sfregiare come lame.
Troppe volte mi son sentita in difficoltà per aver ceduto al suono mellifluo di promesse pronunciate e mai mantenute, costringendomi a considerare di diventare una persona cinica e diffidente. Infine ho trovato nella scrittura una sorta di pacificazione del mio animo inquieto, quasi una panacea per il mio passato a tratti doloroso ed irrisolto.Il mio ultimo libro ne è la prova evidente… leggere per credere.